Le poesie di Maddalena Lotter, racchiuse nella silloge Lanterne blu, si muovono tra molteplici polarità opposte, dando l’idea di una parola divisa tra il farsi vedere e il tornare nel buio di inconscio pastorale. A questo del resto rimandano le immagini della lanterna o dell’alba, che sono gli occhi di chi scrive e cerca di farsi largo tra le oscillazioni della vita.
A dominare le immagini è l’acqua sia come elemento che fa presagire il conflitto, quando è temporale o pioggia, sia come elemento capace di condurre al sé, a quel desiderio di somigliare alla terra, alle bacche rosse, che forse potrebbe essere raggiunto grazie all’amore, come luogo dove sciogliere le paure e fiorire l’uno accanto all’altro come tronchi.
C’è un rispetto fra i tronchi
si può fiorire l’uno accanto all’altro
ma piano, a dovuta distanza
lasciare spazio al respiro dei rami;
volevo imparare dagli alberi
come si sta senza fusione ma poi
è arrivata una tempesta, la stessa
acqua, ho pensato, che ora bagna
la tua casa a valle.
*
notte
Quando ti giri nel letto a poca luce
e sfili la mano dal cuscino
in fretta, tutta un nervo;
quando ti alzi verso l’acqua
e sotto la palpebra chissà quali
luoghi benedetti o precipizi;
nella mia veglia prevedo ogni tuo
spostamento e rumore, se c’è
una nuova penombra verrà
registrata, le daremo un nome
gentile prima dell’alba.
*
Ho cercato di dirmi
cosa sia questa nostra intimità;
in un bene antico e agile
come di vita precedente
teniamo accese le lanterne.
Tutti i giorni impariamo ad imitarci
come fanno le scimmie,
sfiliamo grumi di buio
dai rispettivi capelli.