1. Aurora Ius
La giovane poeta sa osservare il mondo che lo circonda e dare parole precise, nella sua lingua madre, alla ricchezza che il mondo offre. Le poesie, attraverso una semplicità disarmante, una concretezza del linguaggio e l’uso di assonanze e consonanze, ci mostrano direttamente le speranze e una precoce consapevolezza, oltre che della bellezza, anche delle miserie del mondo. La prima poesia, attraverso la figura dell’airone, costruisce una metafora di libertà, semplice quanto efficace. La seconda si spinge a ricreare un mondo ideale, colorato e profumato dove poter “stare bene”. La terza è un esperimento riuscito di poesia civile, in cui il giovane autore riesce ad immedesimarsi nell’attuale tragedia dei migranti.
L’airòn
J’vàrdi foùr dal barcòn
un airòn ch’a
mi salùda libàr
cu’ lì so’ alis blancìs
da ‘namoràt.
L’airone
Guardo fuori dal balcone
un airone che
mi saluta spenseriano
con le sue candide ali
da innamorato.
*
J’vòi
J’vòi un mònt dut violèt
‘dulà i flòurs a fan da lièt
e par ducis a ghi sèdi’ un tet.
J’vòi la tiara parfumàda
di ùa ‘pena folàda
cun tànti’ nulis di ciclamìns
e un pàis dols di cicolatìns.
Infin j’vòi ‘na canpanèla
ch’a sùni la pas
da stèla a stèla.
Vorrei
Vorrei un mondo color violetto
dove i fiori facciano da letto
e per tutti ci sia un tetto.
Vorrei una terra profumata
di uva appena pigiata
con tante nuvole di ciclamini
e un paese dolce di cioccolatini.
Vorrei infine una campanella
che annunci la pace
da stella in stella.
*
Migrànts
A rìvi’ ‘ta la not
cul scur di lùna
cul mar malcujèt
còma il so distìn.
‘Ta la bàrcia da la sperànsa
a ghi son òmis, fèminis
cun fruts in pirìcul…
no san anciamò sé ch’a ghi spèta.
‘Tal coùr da la not
la bàrcia a pindulèa sìnprit di pì
cussì avonda ch’a si rebàlta.
Òmis, fèminis cun fruts ingranpàts al sen
A sprofòndin ‘ta chel mar inglassàt e amàr.
Migranti
Arrivano di notte
con il buio della luna
con il mare agitato
come la loro avventura.
Nella barca della speranza
ci sono uomini e donne
con bambini in pericolo…
non sanno ancora quello che gli aspetta.
Nel cuore della notte
la barca continua ad oscillare
così tanto che si rovescia.
Uomini, donne con i loro bambini stretti al petto
affondano in quel mare gelido e amaro.
2. Manuel Gjeci
Il viaggio della nostalgia s’insinua dolce e profumato in questa breve poesia. Vola tra immagini delicate e familiari e rivela legami che non si potranno spezzare, mai, dentro ad una terra tanto vicina da poterla abbracciare, tuttavia sempre lontana.
Profumo di casa mia
Ricordo i miei nonni
Dolci come pulcini
Giocavano con me
E i miei fratellini
C’ era un baule
Pieno di vestiti
Molto colorati
Freschi e delicati
Avevano il profumo
di casa mia
Dolce Albania
3. Anna Bigai
Scivola via leggera e divertente questa poesia, come i progetti arguti che inventa. Ci lascia l’intervallo per un sorriso, di questi tempi quanto mai necessario. È il tempo, appunto, che fa da protagonista: un tempo tutto da vivere e da progettare, con leggerezza, nonostante l’argomentare “un po’ lugubre”.
Diventerò Medico Legale
Diventerò medico legale
forse non è eccezionale,
forse è un po’ lugubre,
forse è stomachevole,
ma qualcuno lo deve pur fare ,
e, se non io, chi altro ha il coraggio ?
I miei amici lo definiscono rivoltante,
mia sorella non importante,
mai madre e mio padre leggermente schifoso
e mia nonna spera di non venirmi a trovare.
Per ora resto di quest’ idea.
Chissà forse invece passerò il tempo a crescere un’ orchidea !